A Budapest per la riunione interparlamentare europea sul tema Patrimonio culturale e identità delle minoranze nazionali tradizionali.
La conferenza rientra fra gli incontri organizzati nell’ambito della dimensione parlamentare della Presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre del 2024.
Ecco il mio intervento durante la sessione plenaria:
Il mio ringraziamento al Parlamento Ungherese per l’invito a questa importante iniziativa e per aver messo al centro del tavolo europeo della presidenza il rapporto tra patrimonio culturale di cui parlerò io e le minoranze -su cui interverranno i colleghi della delegazione italiana- ben rappresentate dalla bella mostra fotografica di ieri Geofolk all’apertura della sessione. Penso, in particolare, alla valorizzazione e il rispetto delle tradizioni popolari che si intersecano con quelle locali.
Tutte queste culture trovano eco nella rappresentazione del patrimonio immateriale che possiamo considerare a pieno titolo patrimonio culturale. Su questo l’Italia propone un caso studio recentissimo appena approvato con la legge 152 a mia prima firma. In questo senso, nella legge è prevista:
la valorizzazione delle rievocazioni storiche quali fattori di sviluppo, elemento qualificante del Paese e del suo patrimonio storico, artistico e culturale;
la conoscenza delle manifestazioni di rievocazione storica a livello nazionale e a livello europeo e internazionale, in attuazione dei princìpi stabiliti dall’art. 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) – che prevede che l’Unione europea contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali – e dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale di Faro;
il sostegno finanziario agli enti di rievocazione storica e alla realizzazione delle relative manifestazioni attraverso il fondo che lo Stato italiano ha finanziato con 4 milioni l’anno;
lo sviluppo del turismo culturale, un elenco nazionale degli enti e delle manifestazioni di rievocazione storica presso il Ministero della Cultura e l’attivazione di collaborazioni tra gli enti di rievocazione storica e le istituzioni scolastiche e universitarie.
La stessa legge prevede, poi, il riconoscimento di tutto patrimonio culturale immateriale come componente del valore identitario e storico per gli individui, le comunità locali e la comunità nazionale. Il testo reca, in questo senso, una delega al Governo per l’adozione di norme per la salvaguardia di esso. La legge approvata può rappresentare, a nostro avviso, una buona pratica per tutte le patrie europee nei quali la rievocazione storica è da sempre utilizzata per la valorizzazione culturale ma per la quale mancava una legislazione quadro.
Sempre per la tutela del nostro patrimonio culturale, poi, non abbiamo mancato di sostenere l’efficienza della gestione museale e la competitività del sistema con una proposta “Italia in scena”.
All’interno dell’impianto del Codice dei beni culturali e del Codice dei contratti pubblici italiano, il testo è volto a garantire una gestione più efficace, efficiente e sostenibile dal punto di vista economico-finanziario degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di pertinenza pubblica. La legge, poi, intende perseguire e promuovere la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo il principio di sussidiarietà, con ampio utilizzo di strumenti di partenariato pubblico-privato.
All’interno dell’impianto del Codice dei beni culturali e del Codice dei contratti pubblici italiano, il testo è volto a garantire una gestione più efficace, efficiente e sostenibile dal punto di vista economico-finanziario degli istituti, dei luoghi della cultura e dei beni culturali di pertinenza pubblica. La legge, poi, intende perseguire e promuovere la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo il principio di sussidiarietà, con ampio utilizzo di strumenti di partenariato pubblico-privato.
In questo modo – e concludo – riscopriremo la nostra storia comune secolare e nuova linfa ai piccoli borghi, alle aree interne e ai comuni montani e a tutte le identità locali che fanno grande l’Italia e la nostra Europa. Siamo d’accordo con gli ungheresi e tutti quei popoli che difendono le tradizioni e le identità storiche da quel relativismo culturale che vuole cancellarle e dall’ideologia Woke, che vuole rileggere la storia alla luce del politicamente corretto contemporaneo. L’Europa delle patrie ha una sua specificità, particolarità, che ha irradiato e dato vita alla civiltà occidentale ed è giusto che le riscopra e preservi In nome di quanto scolpito qui davanti a questo meraviglioso Parlamento: Pro Patria et libertate.