Al Teatro Sala Umberto di Roma per un grande evento di politica, musica, immagini e parole con i candidati alle elezioni europee Stefano Tozzi e Nicola Procaccini.
Ecco il testo del mio monologo:
Tu sei la sola al mondo che sa del mio cuore… scriveva Pierpaolo Pasolini alla madre.
Già il cuore. Organo essenziale e vitale. Il cuore. Gli egizi credevano che il cuore fosse la sede del pensiero. Nella sala del giudizio quest’organo veniva posto sul piatto di una bilancia: sull’altro riposava una piuma, simbolo della verità. Se il cuore e la piuma avevano lo stesso peso, il defunto veniva considerato un uomo giusto e aveva diritto alla vita eterna.
Nell’Antico Testamento, sentimenti come paura, amore, coraggio, ira, gioia, affanno. odio sono attribuiti al cuore.
L’antica medicina indiana faceva del cuore la sede dell’attività psichica.
La medicina cinese, a sua volta, annoverava il cuore nella classe degli elementi maschili yang uore fosse il centro dell’anima.
«Senza cuore saremmo solo macchine» ci ricorda giustamente Shakespeare.
Ma è Tolstoj che ci ispira con la più bella metafora sul cuore:
“Come una fiaccola ne accende un’altra e si trovano accese mille fiaccole, così un cuore ne accende un altro e si trovano accesi milioni di cuori”
Ecco milioni di cuori.
I cuori dei ragazzi del Pincio che difesero Roma dallo straniero con Garibaldi e Mameli.
I cuori dei ragazzi del ‘99 che difesero la patria sul Piave.
I cuori degli italiani ebrei distrutti dall’orrore della Shoah.
I cuori di El alamein che impressionarono gli eserciti di tutto il mondo e i cui nomi ancora sibilano nel vento del deserto.
I cuori degli esuli istriani, giuliani e dalmati inghiottiti dalle foibe o costretti a lasciare tutto.
I cuori degli italiani che hanno ricostruito l’Italia come Mattei e Olivetti.
I cuori dei popoli europei uccisi a milioni dal comunismo e conculcati nelle loro libertà essenziali.
I cuori dei rivoluzionari di Budapest ‘56 con i carri che ”gli schiaccian le ossa” e della primavera di Praga ’ 68 dove son come falchi quei carri appostati…
I cuori dei ragazzi degli anni di piombo che a destra e sinistra si sparavano l’un l’altro non vedendo chi davvero li manovrava.
I cuori dei popoli europei e di Giovanni Paolo II che abbatterono il comunismo a Varsavia, a Berlino, a Praga a Bucarest, a Sofia.
I cuori di Kiev che combattono strada per strada, scuola per scuola, casa per casa. E la loro adesione all’Europa l’hanno pagata con il sangue versato.
Noi siamo i cuori d’Europa.
Un’Europa millenaria, giudaica e cristiana, greca e romana, che si ritrova nelle abbazie secolari, nelle cattedrali, nelle sue piazze nei suoi monumenti.
Una europa che rispetta le differenze dei popoli che la compongono, ma che deve ritrovarsi una, sovrana, armata e indipendente.
Cuori d’ Europa.
I cuori dei nostri figli e nipoti a cui dobbiamo lasciare un’Europa che possa:
tutelare i giovani sostenendo l’imprenditorialità e l’innovazione attraverso finanziamenti e semplificazione normativa, promuovendo anche il partenariato pubblico-privato ed evitando le ecofollie;
tutelare l’industria creativa, e creando un vero immaginario europeo sostenendo lo spettacolo, la danza, l’audiovisivo europei;
avere un ruolo da protagonista nella regolazione dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione, difendendo la concorrenza e la creatività umana.
Ecco i cuori d’Europa, ecco il nostro comizio d’amore perché solo l’amore ci muove nella nostra passione quotidiana. Non l’utile, non il tornaconto, non il compromesso. E se non ci credete guardateci negli occhi o ascoltate il battito del nostro cuore.