Alla presentazione della relazione annuale dell’Auditel per rimarcare la necessità dei numeri nelle valutazioni di politica pubblica. I player globali come le piattaforme automisurano la propria audience e questo non può essere più possibile. Dobbiamo lavorare per tutelare il pluralismo, i dati vanno visti non solo come numeri anche dei veri e propri simboli.
Ecco il mio intervento completo:
Il mio ringraziamento ad Andrea Imperiali per l’invito a questo importante appuntamento con cui Auditel rimarca la necessità del “numero” nelle valutazioni di politica pubblica.
Perché anche la “quantità” ha proprie qualità, come dice Guenon. I dati vanno visti non solo come numeri, ma come simboli.
Nel settore hanno acquisito un ruolo predominante nuovi player globali, come le piattaforme online di grandi dimensioni, che esercitano, di fatto, la funzione di intermediari dell’informazione, di “guardiani dell’accesso”, e operano secondo modalità differenti rispetto al tradizionale modello di produzione e diffusione dell’informazione giornalistica e si pongono, in molti casi, in concorrenza con i media tradizionali, anche per l’acquisizione delle risorse provenienti dagli investimenti pubblicitari, tuttavia, a differenza di questi ultimi, sfuggono di sovente alle normative nazionali, godendo di una posizione di vantaggio derivante dall’essere soggetti a minori vincoli, con le problematiche.
L’inevitabile ulteriore processo di concentrazione e di consolidamento tra pochi soggetti che rischia di accentuare le già preoccupanti posizioni oligopolistiche, anche sotto il profilo della cosiddetta democrazia digitale e del pluralismo dell’informazione.
Arriviamo qui con due importanti novità dalla normativa discendente: l’approvazione del Media Freedom Act e dell’IA Act.
Lo scorso anno eravamo sotto esame del MFA, un esame approfondito che ha ricevuto persino il plauso della Commissione Europea.
Ad esempio, gli OTT “automisurano” la propria audience.
I sistemi di misurazione rappresentano un meccanismo di tutela del pluralismo. Non è più possibile. Per parafrasare, il “sonno della misurazione” genera “mostri”.
L’articolo 23 disciplina infatti i sistemi e le metodologie di misurazione dell’audience utilizzati dagli operatori del mercato, affinché essi rispettino i principi di trasparenza, imparzialità, inclusività, proporzionalità, non discriminazione e verificabilità.
Sempre sul pluralismo, la Commissione VII in congiunta con la IX ha chiesto di introdurre all’interno del TUSMA specifici riferimenti alla tutela e alla promozione del pluralismo interno nel sistema dei servizi di media audiovisivi e della radiofonia offerti da fornitori di servizi privati, al fine di assicurare a tutti i soggetti politici, nel rispetto della libertà costituzionale di stampa e dell’autonomia della linea editoriale, l’accesso e il confronto imparziale e paritario ai programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche. Al di là dell’esercizio della delega, lo porremo anche in ulteriori provvedimenti.
Sul piano delle politiche Ue – dal DSA all’AI Act – si evince la consapevolezza dei pericoli delle nuove tecnologie, se non adeguatamente “conformate” by design al rispetto dei diritti fondamentali della persona, anche e soprattutto dei minori.
L’AI Act funge da interfaccia tra l’innovazione tecnologica e i principi democratici.
Una delle principali sfide dell’AI Act, come accaduto anche con il Gdpr in materia di privacy, è la necessità di sviluppare un ancor maggiore confronto tra l’Unione europea e gli Stati Uniti per la tutela dei diritti dei consumatori.
Con l’AI Act c’è un’accelerazione ambiziosa, non direi utopistica, di regolamentare non una tecnologia, ma un ecosistema, cosa molto più difficile. Il tentativo di incorniciare, o se vogliamo fotografare, un meccanismo che per forza di cose tende a cambiare molto rapidamente.
Faccio mie le parole del Presidente Meloni: favorire ed incentivare l’innovazione ma mantenere sempre l’uomo e i suoi diritti al centro del sistema. Come VII Commissione abbiamo avviato una indagine conoscitiva sulla transizione digitale dei settori di competenza, tra cui quello dell’università. Le indagini conoscitive sono fondamentali per fotografare lo stato dell’arte e risolvere determinate criticità.
Il vostro auspicio è la regolamentazione del Joint Industry Committee dandogli una veste giuridica. Vi inviterò in audizione per illustrare le innovazioni nella misurazione dell’audience, migliorando il mercato pubblicitario.
Concludo con una citazione di Luciano Floridi: “non siamo i soli e unici Robinson Crusoe su un’isola bensì Inforgs, organismi informazionali reciprocamente connessi in un ambiente (infosfera) che condividiamo con altri organismi sia naturali sia artificiali, che processano informazioni logicamente e autonomamente”. Anche per questo bisogna intervenire prontamente come legislatori.