Rimaniamo attoniti di fronte al tweet, poi vigliaccamente cancellato, della professoressa Donatella Di Cesare di oggi, tra l’altro proprio a pochi giorni dall’anniversario del rapimento di Aldo Moro, di cordoglio per la morte della brigatista Barbara Balzerani.
Per chi non lo sapesse ricordo che Barbara Balzerani, dopo aver frequentato la facoltà di Filosofia all’Università Sapienza di Roma e essendosi fatta notare dai vertici di Potere Operaio, entrò nelle Brigate Rosse all’età di 26 anni. Convinta, come tanti altri suoi coetanei, che il movimento operaista dovesse abbandonare i metodi di lotta legali per intraprendere la lotta armata, la Balzerani divenne una regolare (cioè entrò in clandestinità) nel 1977, diventando il braccio destro di Mario Moretti, il capo della colonna romana delle Br” ha ricordato. “La brigatista osannata dalla professoressa Di Cesare partecipò al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro.
Il 16 marzo 1978 prese parte alla strage di via Mario Fani in cui vennero trucidati i cinque agenti di scorta del leader democristiano. Ha poi partecipato all’omicidio del magistrato Girolamo Minervini e al rapimento del generale statunitense James Lee Dozier. Negli atti Ottanta ha poi proseguito la sua carriera terroristica guidando le Br – Pcc (Partito Comunista Combattente) con cui rivendicò l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti. Arrestata il 19 giugno 1985, condannata all’ergastolo, la Balzerani non si è mai pentita per quello che ha fatto e non ha mai rinnegato la lotta armata.
Inorridisce, quindi, il pensiero che dietro alle stesse cattedre di Bachelet, Moro e Tarantelli, uccisi tutti dalle Brigate Rosse, oggi possa ancora sedere la Professoressa Di Cesare, che ha espressamente detto di condividere la stessa rivoluzione di Balzerani. Fa ancora più male leggere quel ‘Luna’ alla fine, nome di battaglia dietro al quale la brigatista nascondeva il sangue di magistrati, politici e giornalisti, vittime degli anni di piombo. Apprezziamo la presa di posizione della Rettrice Polimeni, ma è inammissibile che questa professoressa domani possa ritornare ad insegnare ai ragazzi che frequentano la facoltà di filosofia della Sapienza o di qualsiasi altra università.