Questa proposta è innovativa, importante, coraggiosa e un buon punto di partenza per quello che deve essere il necessario dialogo del legislatore con tutte le categorie del settore. Abbiamo più volte ribadito l’importanza del pluralismo dell’informazione, che sappiamo essere la struttura di un sistema parlamentare democratico. L’impegno della politica verso il giornalismo non deve essere solo teorico ma concreto.
La salvaguardia delle industrie editoriali significa anche tutela del pluralismo e dei posti di lavoro. Si continuerà a tenere la guardia alta per la protezione del lavoro del giornalista e del settore editoriale anche rispetto alla concorrenza sleale dell’intelligenza artificiale. Il lavoro del giornalista è fondamentalmente cambiato, si va sempre più verso verso la transizione digitale dell’editoria, e su questo la Commissione europea ha dato l’ok a 63 milioni del Pnrr proprio per l’innovazione tecnologica del settore. I fondi stanziati sono un primo importante passo in questo senso. Alcune nuove tecnologie, che non sono mai positive o negative, dipende da come vengono regolamentate, stanno mettendo a rischio la categoria.
Il presidente del Consiglio con il legislatore deve essere capace di creare a livello comunitario e internazionale un perimetro di regole e su questo il Parlamento si sta già muovendo. Questa professione si è sempre plasmata nel contesto in cui ha operato, si è evoluta con internet e gli smartphone e saprà farlo anche con questi nuovi sistemi. In questo senso annuncio che audiremo l’Odg in commissione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato dell’arte della digitalizzazione, anche in ambito editoriale.