La lingua italiana viene parlata in 49 paesi: 65 milioni di persone nel mondo la parlano come prima lingua, e altri 3 milioni come seconda lingua. Negli Stati Uniti, ad esempio, 709.000 persone parlano italiano. I più recenti dati disponibili hanno evidenziato che l’italiano è la quinta lingua straniera più studiata negli Stati Uniti.
Da un punto di vista di numeri gli studenti che studiano l’italiano sono circa 2 milioni, distribuiti in 113 diversi Paesi: in questi 53.815 studenti apprendono l’italiano con i corsi dei Comitati della Dante Alighieri. La promozione all’estero inoltre è ben attuata dai 84 Istituti italiani di cultura, i cui corsi sulla lingua sono frequentati da 65.850 studenti.
La rete culturale all’estero sta operando in maniera epica nonostante i pochi fondi a disposizione.
Stiamo lavorando col presidente della commissione Esteri Tremonti affinchè nella prossima legge di bilancio, attraverso emendamenti trasversali, ci possa essere un aumento dei fondi per gli Istituti Italiani di Cultura. Stiamo investendo col ministro Sangiuliano sull’estensione dell’art bonus per chi organizza iniziative culturali in Italia e all’estero. La tutela della lingua italiana non passa solo per la promozione all’estero.
La proposta di legge a prima firma del presidente Rampelli, che ho sottoscritto e che nelle prossime settimane sarà esaminata in commissione Cultura, va in questo senso. Dobbiamo promuovere l’uso della lingua italiana nella pubblica amministrazione e nei linguaggi aziendali. Non è una battaglia ideologica ma di accessibilità e di attuazione dei diritti costituzionali: i cittadini hanno il diritto di comprendere nel modo più semplice possibile gli atti pubblici, ma anche i contratti di lavoro. Molti altri paesi, penso alla legge ‘Toubon’ approvata nel 1994 dalla presidenza di Mitterrand, hanno queste specifiche nella propria Costituzione. La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni. Quindi si tratta di essere coerenti con altre grandi nazioni europee e occidentali, e già il presidente del consiglio Giorgia Meloni presentò una proposta in tal senso.