Oggi abbiamo diversi meriti: abbiamo il merito di portare in Aula una proposta ben strutturata ed in grado di impattare sulle crescenti attività di criminali informatici che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro; abbiamo il merito di aver portato in Aula una proposta su cui si è registrata la piena collaborazione di tutto lo schieramento parlamentare.

Il danno della pirateria digitale sull’industria creativa rappresenta un danno all’interesse nazionale. I dati li abbiamo sentiti spesso. Chi crea cultura promuove l’immagine dell’Italia nel Mondo e la pirateria limita l’espansione del mercato legale. Nelle sale trovate ora un film proprio su questo, ambientato Tra film, fiction e sport live la contraffazione di contenuti si riverbera su tutta l’economia nazionale con un danno in termini di Pil di oltre 700 milioni di euro, mancati introiti fiscali per 319 milioni di euro e perdite anche in termini di occupazione con una stima di circa 10 mila posti di lavoro messi a rischio; 1 giovane su 2 sotto i 15 anni ha compiuto un atto di pirateria.

La sottovalutazione del problema è un rischio di per sé. Sia perché non ci rendiamo conto di star compiendo un reato, sia perché i siti pirata sono vettori di virus informatici. La pirateria è un reato commesso ogni giorno con eccessiva leggerezza: secondo una ricerca il 75% degli intervistati di fronte alla domanda su quali fossero i fattori sociali e culturali che li spingevano a scegliere la pirateria informatica ha dichiarato: ‘perché pagare per qualcosa che posso avere gratis?’. L’articolo 5 promuoverà specifiche campagne informative e l’educazione nelle scuole proprio per questo.

“L’industria dell’audiovisivo viene impattata più di altre dal rischio cibernetico. Il “leak” di un film o della sua trama è un danno tremendo per l’industria. Cito un esempio: il film di “Hulk”, il primo, fu soggetto a un leak: Hulk fu un flop, e guadagnò 131 milioni di dollari a fronte dei 137 spesi. Poi, l’industria editoriale, i detentori di diritti sportivi, la musica. Con il rafforzamento del sistema sanzionatorio, riusciremo a garantire pene certe e migliori forme di contrasto al camcording. Il 12% dei film esce prima sul web che in sala e l’84% dei film è già presente illecitamente in rete entro il primo fine settimana di uscita nelle sale. Questa legge nasce dall’esigenza condivisa dell’industria dell’intrattenimento di avere maggiori tutele.

Noi stiamo licenziando un testo all’avanguardia che anticipa le norme Ue e può addirittura migliorarle. Testo all’avanguardia anche per la sensibilizzazione al fenomeno. È un risultato straordinario raggiunto in tempi strettissimi che segue l’impegno del nostro gruppo nella scorsa legislatura.

Dotiamo la Nazione di una tutela adeguata al diritto d’autore e ai diritti connessi, nel rispetto, ovviamente, del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di cronaca, che sono, per noi, principali basilari dell’espressione sulla Rete. Strumenti legislativi e operativi snelli, su cui il Parlamento ha trovato unanime condivisione. Oggi scriviamo una pagina parlamentare di collaborazione nazionale, per garantire la nostra economia.

Questa legge la scriviamo per le sale cinematografiche. Per i produttori. Per gli autori. Per l’editoria. Per l’industria creativa. Per le società sportive. Per chi fa musica. Per l’economia italiana della cultura. Dobbiamo lavorare per difendere e tutelare il diritto dei creativi: il diritto alla proprietà intellettuale non comprime anzi dilata il perimetro dell’industri creativa. Solo così il digitale può concorrere alla creazione di una società non sbilanciata e schiacciata dalle grandi piattaforme. Questa è la sintesi che la politica può fare rispetto all’arena digitale, questo nuovo “mare aperto” in cui va trovato un nuovo Nomos.

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Pirateria: testo all’avanguardia che tutela autori e industria creativa

Category: Attualità
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