In momenti così drammatici non possiamo che esprimere solidarietà ai lavoratori di Alitalia- che con la sinistra al governo dovrebbe chiamarsi “A ritaglia”  per questo ennesimo rischio di fallimento della compagnia aerea di bandiera.

Sembra che la colpa sia di chi lavora invece che di un management incapace di gestire e rilanciare una società simbolo dell’italia nel mondo. Ci pare certo singolare che la linea governativa del ministro Calenda e quella dell’amico Capezzone di Forza Italia siano così sovrapponibili. Prove tecniche di intesa?

La crisi la devono pagare i soci e lo Stato deve intervenire a tutela dei lavoratori perché si trovi un piano industriale degno di questo nome e si salvaguardi il servizio, sempre più caro anche nel medio raggio e il lavoro. I tagli, infatti, sarebbero un’ulteriore bomba sulla crisi di Roma visto che i dipendenti sono soprattutto qui.

A tal proposito ci chiediamo se Montezemolo non abbia nulla da dichiarare o da “confessare” visto che – sprezzante del ridicolo- lo abbiamo visto “buttarsi col paracadute” solo a marzo scorso per evitare lo schianto – speriamo evitabile- anche dell’Alitalia dopo i tanti fallimenti accumulati.

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La crisi Alitalia la paghino i manager non i lavoratori.

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