Le dichiarazioni di alcuni esponenti della sinistra contro il monumento a Cecchin, militante del Fronte della Gioventù assassinato atrocemente a 17 anni per violenza politica, offendono non solo la memoria di Francesco ma anche quella di tanti altri martiri, di destra e di sinistra, che persero la vita durante gli anni di piombo e che attraverso un percorso di memoria condivisa vengono ricordati, legittimamente, anche in altri luoghi della nostra città.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, stagione della violenza politica, Roma ha pagato un tributo di sangue altissimo, la stele dedicata a Francesco Cecchin così come l’intitolazione dei giardini di piazza Vescovio rappresentano per un’intera generazione e per una comunità cittadina un grande valore simbolico e di condivisione.
Troviamo incivile e molto triste che ancora oggi ci sia chi strumentalizza la memoria alimentando con equivoci nuove divisioni e contrapposizioni ideologiche, atteggiamenti che certamente non aiutano quel percorso istituzionale avviato tempo fa con gli omaggi a Paolo Di Nella e a Valerio Verbano.