Si sono tenuti il 26 e il 27 giugno all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni gli Stati Generali del Sociale e della Famiglia di Roma Capitale. Due giorni di analisi, riflessioni e proposte sulle politiche sociali e sul sistema di welfare della Capitale.
Con il mio intervento, dal titolo Dal Ministro della Gioventù al protagonismo dei giovani di Roma, ho sviluppato una riflessione basata su una visione delle “politiche giovanili” come “politiche per le giovani generazioni”, qualificate come politiche di sviluppo, di investimento, di crescita della conoscenza e dell’innovazione. Politiche con dignità propria, distinte dagli interventi socio-assistenziali e/o meramente ludico-ricreativi; politiche di promozione di una cittadinanza attiva fondata sul rispetto di sé e degli altri, sui concetti di bene comune, solidarietà e sussidiarietà.
Il Ministro della Gioventù ha lavorato su quattro direttrici. Innanzitutto, il diritto al futuro: misure volte a combattere la condizione di precarietà con la quale i giovani si confrontano giornalmente, adottate in maniera collegiale con tutto il Governo, per garantire alle ragazze e i ragazzi italiani il diritto al lavoro, alla casa e alla famiglia (Fondo genitori precari, Fondo per la casa, Fondo per lo studio, Fondo Mecenati).
La seconda direttrice, il protagonismo generazionale: misure volte alla promozione della partecipazione giovanile, attraverso la politica, l’associazionismo, il volontariato, il terzo settore, per sentirsi parte dei destini della Nazione.
Terza, la rivoluzione del merito: progetti e iniziative volte ad aprire a tutti un metaforico cancello di ingresso verso il futuro e le proprie aspirazioni, per lasciare che le capacità, l’applicazione, l’impegno, la serietà e, più in generale, i valori positivi,facciano la differenza (dal prestito d’onore alle iniziative per la promozione dei giovani
talenti). Infine, la Meglio Gioventù: iniziative per raccontare una generazione che, seppur nelle sue tante contraddizioni non si compiange e non recede dall’intenzione di lasciare il mondo un poco migliore di come l’ha trovato.
Nel mio intervento ho avuto modo anche di approfondire il tema del Piano Locale Giovani, che è stato posto come processo di confronto e partecipazione, non limitato alle rappresentanze formali, in cui ciascun portatore di interesse e ciascun rappresentante di bisogni emergenti contribuisce a creare una visione della comunità, del ruolo e delle risorse dei giovani.
Tre sono i concetti di partecipazione in esso promossi: la partecipazione come prendere parte alla costruzione di opportunità; la partecipazione come sentirsi parte della comunità; la partecipazione come sussidiarietà circolare per fare posto ai giovani.
Il Piano Locale Giovani promuove politiche di sviluppo del territorio nel suo complesso, per migliorare la qualità della vita della comunità nel suo insieme e si pone l’obiettivo di passare dalla politica del fare a quella del pensare strategico; dalla stagione dei progetti e dei bandi a quella di patti per la gioventù; dai tavoli di concertazione al lancio di programmi pluriennali; dalla logica del finanziamento assistenzialistico a quella dell’investimento pubblico come motore di sviluppo del capitale umano e sociale.
Fra le testimonianze concrete di questa politica del fare, è bene ricordare l’avvio del Servizio “Comunità Giovanile”, in via Grotta Perfetta nel Municipio XI, realizzato dall’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze; l’avviso pubblico per la progettazione e realizzazione di 25 Comunità Giovanili sul territorio di Roma Capitale per 363mila euro; i Percorsi di Cittadinanza Attiva (PICA) e il Progetto Adrenalina, nato per sostenere i giovani artisti emergenti.
Le proposte avanzate, all’interno di questo quadro, sono state: l’istituzione del forum della gioventù di Roma Capitale, per rinnovare la partecipazione, valorizzare il tessuto associativo e riconoscere le competenze acquisite, attraverso una piattaforma di rappresentanza delle realtà impegnate nelle politiche per le giovani generazioni; il rilancio del turismo e della mobilità giovanili, attraverso la creazione di un tessuto di ostelli della gioventù, fruibili e accessibili, per far fronte alla domanda giornaliera di 1400 posti letto, attualmente inevasa; la destinazione dei beni confiscati alla mafia alle associazioni giovanili, per valorizzare un grande patrimonio della comunità e metterlo a disposizione delle giovani generazioni; infine, sostenere la prevenzione e la promozione di stili di vita sani, per insegnare alle giovani generazioni che è possibile una vita libera da ogni dipendenza.