E’ finalmente finita la telenovela sulla firma di Muller e del direttore generale Mancini, scritta e diretta dalla sinistra che fino all’ ultimo, come il famoso giapponese in guerra, ha tentato di boicottare, prima con l’ ostruzionismo passivo e poi attivo nell’ ambito del cda, il cambio di governance già veltroniana e bettiniana.
Non ascriviamo a noi, ovviamente, i nuovi tecnici che firmeranno, perché non siamo stati così furbi o spregiudicati come furono in passato Veltroni e Bettini. Semplicemente sono stati scelti due tecnici, indiscutibilmente capaci, per rendere il Festival non un hobby radical chic che non ‘ sbigliettava’ nella realtà più di 50 mila persone, rispetto alle pubblicizzate 100 mila. Ora auspichiamo un Film Fest popolare che si confronti con l’ intera città, oltre che con la cittadella dell’ Auditorium e che faccia competizione positiva con il Tff e gli altri festival internazionali, non solo per la qualità della selezione cinematografica, ma anche del mercato.
Auguro buon lavoro al direttore artistico Marco Muller e al direttore generale Lamberto Mancini, ai quali presto
chiederò un incontro in commissione Cultura per portare avanti un lavoro comune e verificare il massimo coinvolgimento della città, a cominciare dal grande indotto dell’ estate romana che attira centinaia di migliaia di romani e turisti. Come azione di pre-marketing sarebbe perfetta.