Ritengo giusto tagliare i costi delle missioni, ma credo che questo sia stato anche già fatto nella precedente finanziaria. Per questa ragione ho reagito con stizza alla lettera del segretario generale, e con me quasi tutti i miei colleghi di maggioranza e d’ opposizione, in quanto riteniamo improprio sia il mezzo che alcuni contenuti del richiamo scritto. Una lettera è infatti normativamente inefficace rispetto allo statuto comunale e stilisticamente maliziosa. I consiglieri vanno in missione gratuitamente e già da tempo viene verificata sia la motivazione che la congruità dei costi. Chiedere poi che le missioni abbiano “un ritorno economico certo per la città” è normativamente inapplicabile e formalmente
offensivo. Difendo in sostanza la buona politica e lo status dei consiglieri comunali di tutta Italia, che sono gli “operai” della politica. Uomini e donne che lavorano 18 ore al giorno per 20 gettoni al mese (1580 euro a Roma) senza malattia, senza contributi, senza ferie. L’ aggressione alla politica da parte di tecnici, nazionali e locali, pagati dieci volte più di un consigliere comunale di Roma è irricevibile. Colpire la casta è giusto, non i “casti” della politica.