La proposta degli occupanti del Teatro Valle è del tutto irricevibile, perché costruita in maniera “sartoriale” sugli stessi sottoscrittori del documento illustrato oggi. È ora di dire basta alle arroganti ed autoreferenziali “cricche”che dominano la cultura e lo spettacolo in Italia, impegnate ad occupare posizioni e ad impedire qualsiasi tipo di rinnovamento. Un diktat, più che una proposta, che l’Amministrazione capitolina non può accettare.
È assolutamente insensata la posizione degli occupanti nei confronti del Teatro di Roma che, a dispetto del nome e dello Statuto, sta già lavorando attraverso il vicepresidente Pedroni al progetto di trasformazione in Teatro Nazionale, in cui valorizzare la tradizione teatrale italiana. Come ricorda anche l’Arlecchino affrescato sulla volta del Valle, la Capitale ha bisogno di un luogo significativo dove collocare e valorizzare il patrimonio teatrale nazionale, che vede nella “Commedia dell’Arte” la sua punta d’eccellenza. Una forma d’arte invidiata in tutto il mondo, ma che paradossalmente trova poco spazio a Roma e in Italia. Ricordo infatti come altri Paesi, con una tradizione decisamente meno ricca della nostra, lavorino con impegno su questo fronte, attraverso esempi come il Teatro Nero di Praga, il teatro shakespeariano di Londra e la Comédie-Française a Parigi.
La gestione del Teatro Valle non può essere ipotecata da nessuno, tanto meno da coloro che si rifiutano apertamente di partecipare ad un bando pubblico di assegnazione e proseguono, come sottolineato dal sottosegretario Francesco Giro, con una occupazione illegale e demagogica.