Considero la stagione 2011/2012 del Teatro Argentina di altissima qualità, con un’offerta di spettacoli diversificata e plurale, capace di coniugare le eccellenze del teatro italiano al ritorno in scena dei grandi classici della letteratura nazionale e internazionale. Un palinsesto che dialoga con tutte le arti, dalla filosofia alla danza, passando per la musica e la letteratura, per offrire alla città un prodotto culturale di indubbio valore. Grazie alla sintonia fra tutti gli organi del Teatro e all’impegno profuso dal presidente Scaglia, dal vicepresidente Pedroni e dal direttore artistico Lavia, il Teatro di Roma si riappropria della sua centralità nello scenario romano e nazionale, come luogo di produzione e formazione culturale. In questo senso, ritengo particolarmente importante l’impegno assunto dai vertici del Teatro di lavorare per l’istituzione di una compagnia stabile e per la trasformazione dell’Argentina in Teatro Nazionale. Altrettanto significativo è il richiamo del direttore Lavia sul Teatro Valle, che deve tornare ad essere il cardine del sistema teatrale romano e italiano. Una prospettiva che garantirebbe di coltivare nuovi talenti, razionalizzare le risorse e puntare a palinsesti di qualità, nell’ottica di realizzare uno dei nostri auspici, ossia trasformare il Valle nello Stabile italiano della Commedia dell’arte: una forma di spettacolo che sta per essere riconosciuta patrimonio immateriale dall’Unesco, celebrata all’estero ma poco valorizzata proprio dal suo paese natale: l’Italia.