In piena austerity e alla vigilia dell’approvazione della holding capitolina, che prevede uno snellimento dei consigli di amministrazione delle società partecipate, ritengo una contraddizione inspiegabile il rinnovo a 15 membri del Cda della Fondazione Musica per Roma. L’art. 6 della legge n. 122 del 30 luglio 2010, prevede l’obbligo di modificare gli statuti degli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato, così da prevedere organi amministrativi con non più di 5 membri. Ci chiediamo, e rivolgeremo questo quesito in maniera formale al Ministero dell’Economia, se la legge non sia applicabile anche alla Fondazione Musica per Roma, il cui Cda é scaduto in coincidenza dell’approvazione del bilancio 2010. In questo, anche qualora la composizione del Cda rimanesse tale e la scelta ricadesse su grandi imprenditori, ci chiediamo, in nome del principio di sussidiarietà, se questi ultimi non debbano sostenere economicamente la Fondazione. Un valore aggiunto, che paradossalmente finora è venuto a mancare. Per quanto riguarda la questione della verifica dei dati di accesso, alle sale del Parco della Musica, ricordo inoltre che non c’é nessuna polemica politica bensì solo il sereno svolgersi di un’attività istituzionale, prevista in capo alle commissioni dallo Statuto capitolino, che proseguirà a breve con la convocazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Ricordo in questo senso che la commissione è un organo terzo rispetto alle istituzioni culturali vigilate e ai certificatori privati selezionati dalle stesse. Per questo sarebbe preferibile attendere la conclusione del lavoro della commissione Cultura prima di procedere alle nomine.

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Musica per Roma, controverso rinnovo Cda a 15 membri

Category: caroselloNotizie
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