Dopo Auschwitz, le foibe e Hiroshima, ecco Praga, nuova meta del progetto “Viaggi nella memoria. Per non dimenticare le tragedie del ‘900”, promosso dal Comune di Roma, per far conoscere a 120 studenti gli orrori e gli eventi drammatici legati al regime comunista. Capitale mitteleuropea con un grande passato storico, Praga con la sua Primavera del ’68, con gli universitari non violenti che spiegavano le loro ragioni, è la città della forza delle idee che si oppone pacificamente alla forza delle armi. Basti pensare a Jan Palach, divenuto simbolo della resistenza anti-sovietica del suo Paese, che il 16 gennaio 1969 presso piazza San Venceslao in segno di protesta contro il regime sovietico, si cosparse il corpo di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Con questo viaggio della memoria a Praga, che ha visto anche la partecipazione del sindaco Alemanno, l’Amministrazione capitolina rende omaggio a una delle capitali europee che più hanno sofferto la ferocia dei totalitarismi. Il Campidoglio prosegue in questo modo il percorso avviato da Laura Marsilio, che ha arricchito il progetto sui “Viaggi della memoria”, inserendo la tappa ungherese e la visita dei luoghi dell’esodo giuliano-dalmata. A questo riguardo siamo d’accordo con chi sostiene la costruzione di una memoria storica condivisa, nel passato fin troppo selettiva, ma che oggi arrivando a Praga compie il suo percorso a 360°, dopo aver toccato la tragedia delle foibe e l’ecatombe atomica di Hiroshima. La storia del resto deve essere conosciuta senza omissioni.