Nella nostte tra il 1 e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. Dopo trentacinque anni Roma lo ricorda. Il Municipio XIII a questo riguardo ha inaugurato una mostra, a cui ieri ha presenziato il sindaco Alemanno, che intende rendere omaggio allo scrittore, regista e intellettuale friulano che con le sue analisi profetiche sull’omologazione e lo sradicamento indotti dal consumismo, ha saputo parlare oltre le solite ideologie. Sarà inoltre realizzato quanto prima un museo dedicato al poeta, che sarà ubicato nella Torre San Michele, progettata con il suo mastio ottagonale da Michelangelo Buonarroti e poi costruita da Giovanni Lippi sotto il pontificato di Pio V. Ovviamente come c’era da aspettarselo molte polemiche si sono alzate sull’anniversario della morte dello scrittore, ed è veramente triste che per racimolare qualche misero votarello alcuni esponenti del centrosinistra cerchino di sminuire l’importante e significativo gesto dell’Amministrazione capitolina. Ritengo infatti che sia giunto il momento che il centrosinistra la smetta di mettere il proprio copyright sulla figura di Pasolini, la cui opera non appartiene ad un determinato schieramento politico, ma fa parte del patrimonio culturale nazionale. Faccio presente ai colleghi dell’opposizione che fin dagli anni Ottanta, la destra ha pubblicamente riconosciuto il valore dello scrittore come uomo, ancora prima che come poeta. E’ infatti noto a tutti come Pasolini non fu particolarmente amato dalla sinistra, che ne decretò l’espulsione dal Pci nel 1949, e in questo senso ricordo inoltre lo storico convegno svoltosi il 3 dicembre 1988, nella sezione romana del Msi di via Acca Larenzia, cui personalmente presi parte. Dunque nessun revisionismo, ma soltanto la prosecuzione di un percorso storico della destra italiana, volto ad approfondire il lavoro di uno dei riferimenti assoluti della letteratura contemporanea italiana.
