Ieri mattina il progetto per i sei concerti di Renato Zero a Piazza di Siena ha ottenuto il via libera del tavolo tecnico del Ministero per i Beni Culturali. Verranno così allestiti sei concerti che avranno luogo in tre distinte coppie di giorni, consentendo tra gli eventi due pause di un giorno per evitare un eccessivo stress dell’area. Questa decisione positiva, anche per dare una risposta concreta e rispettosa all’accorato appello rivolto a Renato Zero da parte di molte associazioni ambientaliste. Gli organizzatori hanno assicurato la vigilanza tramite il loro personale di custodia, dei maggiori monumenti architettonici dell’area e del loro transennamento tra i quali figurano la Fontana dei Cavalli Marini, la Fontana dei Mascheroni e il Tempio di Antonio e Faustina. Personalmente siamo soddisfatti per la soluzione che permette alla città di Roma di rendere omaggio, in occasione del suo sessantesimo compleanno, a Renato Zero, un grande interprete della musica italiana che ha accompagnato per decenni tante generazioni mantenendo la sua originalità e i messaggi positivi a favore dei sentimenti e contro ogni devianza negativa. Sarebbe stato infatti inspiegabile che Piazza di Siena potesse ospitare eventi internazionali come il Fifa Fan Festival, e non il concerto di un artista tradizionalmente amato dai cittadini romani. Il buon senso ha prevalso e a guadagnarci sarà la nostra città Come presidente della commissione Cultura sono contento anche dell’altra buona notizia, ovvero dell’apertura notturna del Colosseo, uno sforzo organizzativo delle Soprintendenze. Va sottolineato a questo riguardo un dato di politica culturale, che vede Roma all’avanguardia della valorizzazione dei beni monumentali e archeologici che sono stati aperti di sera in maniera organica e organizzata, con appuntamenti come Roma in scena, Roma nascosta, Roma segreta e la Notte dei musei. Lanciamo un appello al ministro Bondi e al sottosegretario Giro affinché queste iniziative possano essere estese a tutti i musei nazionali e che il modello Roma in scena, ovvero gli spettacoli nei musei capitolini, possa essere esportato a tutti quelli nazionali. A guadagnarci sarebbe non solo la nostra città ma anche l’immagine di tutto il patrimonio artistico italiano.