In qualità di presidente della commissione Cultura capitolina, venerdì scorso mi sono recato presso il Gabinetto del Sindaco al fine di presentare la richiesta di acquisizione urgente dei verbali del Consiglio di Amministrazione del Teatro di Roma, dopo il grave oltraggio istituzionale di Oberdan Forlenza che, grazie al suo doppio voto in qualità di presidente e a quello telefonico di un membro del Cda, a Manila al momento della riunione, con la contrarietà di altri due membri e l’astensione di un terzo, ha approvato il cartellone predisposto per il Teatro India fino al 2011 dall’ex direttore Marinelli, senza alcuna condivisione né con il Cda né con gli indirizzi dell’Amministrazione. Una situazione inaccettabile che viene pagata dal Comune di Roma, probabilmente a causa del suo eccessivo aplomb istituzionale e alla correttezza di chi ha dimostrato fin troppo rispetto per oltre due anni, dalle nomine fatte dalle ex amministrazioni di centrosinistra. Questo dimostra la necessità, anche grazie all’istituzione di Roma Capitale, di introdurre un forte spoil system anche nelle istituzioni culturali, al fine di garantire la possibilità a chi governa di poter non solo stabilire nuovi indirizzi culturali ma anche istituire nuovi consigli di amministrazione che tutelino le scelte fatte. La richiesta che verrà avanzata dal Comune di Roma in qualità di socio fondatore, si rende necessaria dunque allo scopo di verificare la validità della votazione con la quale è stato approvato il cartellone. Una manovra surreale e rappresentativa del modo di gestire la cultura a Roma nel passato, e del chiaro tentativo da parte del vecchio establishment veltroniano di garantire il circuito teatrale ai soliti “amici degli amici”. Sarebbe opportuno dunque che, alla luce dei fatti, Forlenza rimetta il suo mandato, chiederò quindi al sindaco Alemanno e all’assessore Croppi, considerato quanto accaduto, di procedere insieme alla Regione Lazio per un rinnovo immediato di tutte le cariche del Teatro di Roma.