L’avvocato Enzo Fragalà, aggredito a bastonate martedì scorso, è morto dopo una lunga agonia di tre giorni venerdì. Saluto commosso l’assurda scomparsa di Fragalà, lo faccio perché da amico e da suo collaboratore, gli sono debitore di molte cose, prima fra tutte l’avermi insegnato che la verità va cercata al di là e al di sopra degli anfratti del pregiudizio. Con il suo stile, il suo sorriso e la sua apparente flessibilità, ci ha impartito una lezione di coraggio e di coerenza accettando di rinunciare a quella che era la sua passione più grande, ovvero rappresentare la sua terra in parlamento, pur di non cedere al molle opportunismo di chi ha scelto di cambiare le proprie idee come fossero cravatte, a seconda del pensiero prevalente del momento. Chi ha una visione spirituale non crede che la morte sia la fine di tutto e questo ci dà la forza per cercare di costruire un’Italia migliore, con una memoria storica condivisa e senza più odii contrapposti. Questo è quello che ha cercato di fare tutta la sua vita Enzo Fragalà. In alto i cuori!