Nel giorno del ricordo dei martiri delle Foibe istriane e dell’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate, che cade il 10 febbraio, c’è ancora chi nega l’evidenza, come se i morti di questa immane tragedia fossero vittime di serie B. Anche questo anno l’Amministrazione comunale guidata da Alemanno ha ricordato questa giornata con diverse iniziative, dalla deposizione di una corona d’alloro presso l’Altare della Patria a una cerimonia commemorativa svoltasi all’interno dell’aula Giulio Cesare, con testimonianze di esuli e figli di esuli. Purtroppo dispiace dire che la conoscenza di questa tragedia non è ancora conociuta come dovrebbe essere, lo dimostrano anche i canali di informazione che non hanno dato largo spazio a questo ricordo, con documentari, articoli di giornale, senza contare la vergognosa presa di posizione di alcune scuole guidate da dirigenti scolastici che meriterebbero di essere cacciati. Mi riferisco nello specifico al comportamento della dirigente dell’istituto “Iqbal Masih”, tale Simonetta Salacone, che ha impedito ai bambini della scuola di partecipare alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo. L’ennesimo episodio di cui si è resa protagonista un personaggio che più volte per sfacciata militanza politica e ignoranza intellettuale, ha strumentalizzato quei tanti bambini stranieri e italiani che indegnamente si trova a dirigere. Auspico in tal senso che un tale personaggio venga immediatamente trasferito ad altri incarichi, non più a contatto con i bambini. Non ricordare le Foibe nelle quali migliaia di innocenti vennero trucidati solo perché italiani, risulta un insulto inaccettabile all’identità italiana che invece dovrebbe essere insegnata e valorizzata in particolar modo in scuole ad alta presenza di stranieri. La memoria va preservata perchè non si può cancellare una tragedia come questa, che ha visto almeno 10.000 italiani scagliati nelle profondità di queste fosse carsiche, con una violenta pulizia etnico-politica di una ferocia senza pari. Una tragedia che è intimamente connessa con l’essere italiani e della quale non dobbiamo far scomparire il ricordo.