E’ di ieri la denuncia di un noto quotidiano economico, sul fatto che sebbene ci siano delle normative restrittive emanate dal Campidoglio, inerenti il commercio all’ingrosso illegale portato avanti dai cinesi, i medesimi cerchino sempre di agirarle. Entro nello specifico. Una delibera del Campidoglio approvata nel febbraio 2009, permette in centro storico la vendita al dettaglio vietando quella all’ingrosso, ma come abbiamo denunciato diverse volte il Municipio I non vigila attentamente su quanto succede sul suo territorio. Pensiamo a piazza Vittorio o vie limitrofe nel rione Esquilino, dove i negozi gestiti dai cinesi sono soltanto una vetrina per scegliere la merce, pagarla in contanti e poi ritirala altrove, in via dell’Omo quartiere Prenestino, appunto, e senza alcuno scontrino fiscale o ricevuta. La cosa che mi fa sorridere a questo riguardo sono gli attacchi di Masini, a cui voglio ricordare che fu proprio il centrosinistra a permettere il commercio all’ingrosso all’Esquilino, per più di quindici anni. In più, la normativa molto restrittiva, in particolare dopo le ultime delibere della Giunta Alemanno, ha permesso di elevare sanzioni cui però non seguono mai le chiusure degli esercizi. Cosa fa il Municipio? In realtà però la vicenda dell’ingrosso non è una questione semplicemente amministrativa, e lo ripetiamo da anni, ma l’indicatore dell’esistenza di fenomeni di riciclaggio delle organizzazioni mafiose orientali. Ci chiediamo perché nonostante reiterati appelli e denunce, l’antimafia non si sia mai occupata seriamente della questione, che con tutta l’evidenza coinvolge attraverso i porti di Napoli, Genova e Livorno, tutto il Paese. In particolare ci stupisce il fatto che il tanto osannato Saviano venga ascoltato per le sue giuste denunce sul fenomeno mafioso endogeno, ma rimanga lettera morta la sua documentazione del circuito mafioso cinese. Basta sfogliare “Gomorra” per trovare una denuncia specifica su come la mafia cinese corrompa la dogana italiana per fare arrivare container fantasma nel porto di Napoli e poi distribuire la merce nelle chinatown di Roma, Prato e di tutto il Nord. Non è questa una notizia di reato? Ed è mai stata aperta un’inchiesta su questa denuncia?