Ieri presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, si è svolto l’evento “Le voci dell’anima”, dedicato alla memoria di uno dei più grandi doppiatori cinematografici italiani di sempre, Giuseppe Rinaldi, che tanto lustro ha dato a questo lavoro. Dopo aver debuttato giovanissimo al cinema nella commedia “Grandi magazzini” di Mario Camerini, si dedicò all’inizio degli anni Quaranta al doppiaggio. Dotato di una voce profonda ed estremamente duttile, ha doppiato praticamente tutti i più grandi attori di Hollywood, sua è la voce di James Dean in “Gioventù Bruciata”, di Glenn Ford ne “I quattro cavalieri dell’apocalisse”, di Marlon Brando ne “Il Padrino”, di Paul Newman in “Exodus” e “Lo spaccone”, di Gregory Peck in “I ragazzi venuti dal Brasile”, solo per citarne alcuni. L’iniziativa di ieri, che ha inteso celebrare e promuovere l’arte del doppiaggio non solo tra gli addetti ai lavori, ha previsto la programmazione di alcuni intermezzi audiovisivi e di alcune testimonianze di colleghi e amici di Giuseppe Rinaldi. Iniziative importanti come “Le voci dell’anima” rappresentano un valido strumento per rendere omaggio a personaggi importanti come Rinaldi, che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del cinema italiano, lasciandoci in eredità una voce indimenticabile. Ed è proprio attraverso il ricordo di personalità come queste, che possiamo offrire ai giovani grandi esempi di eccellenza italiana nel mondo e puntare alla valorizzazione dei nostri talenti.