Per 28 anni, dal 1961 al 1989, il muro di Berlino ha tagliato in due un intero Paese. Simbolo per eccellenza delle divisioni del mondo, fu l’aspetto più crudele della Guerra Fredda. Eretto dal regime comunista della Germania Est, come diretta conseguenza della seconda Guerra Mondiale -nel 1945 nel corso della conferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania e di Berlino in quattro settori controllati da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica- il muro ha rappresentato una ferita profonda nella storia della Germania e dei suoi abitanti, profondamente provati dalla guerra appena conclusasi. Durante quegli anni bui, secondo dati ufficiali furono uccise dalle guardie comuniste almeno 133 persone, mentre cercavano di scavalcare il muro, anche se in realtà si parla di più di 200 persone. Quest’anno ricorre il ventennale della caduta del muro di Berlino, quando nella fatidica notte a cavallo tra il 9 e il 10 novembre del 1989 si aprirono i primi varchi nel muro, e una folla di berlinesi orientali si riversò nella parte ovest della città. La caduta di questo simbolo della Guerra Fredda fu raccontato in mondovisione, e sta a ricordare la crisi e il repentino crollo delle dittature comuniste, e d’altro canto è l’evento che ha dato il via a un profondo mutamento della scena politico-economica del nostro continente. A celebrare questo straordinario evento anche Roma, nella quale si svolgeranno presso spazi pubblici e privati, una serie di iniziative importanti tra mostre, installazioni, eventi, spettacoli e convegni, nell’ambito della manifestazione “Venti di libertà. E’ quindi con grande partecipazione che ho avuto il piacere come presidente della commissione Cultura, di presentare questa mattina in Campidoglio, insieme al sindaco Alemanno, all’assessore Croppi, all’assessore Marsilio, al Sovraintendente Broccoli e al direttore dell’Ente Nazionale Germanico per il Turismo Kettelhake, questa manifestazione che vuole essere un tributo a una pagina importante della nostra storia europea.