Verifica di eventuali abusi edilizi, controllo degli oneri concessori che i circoli devono al Comune e quindi d’accordo con la magistratura, dissequestro degli impianti o concessione della facoltà d’uso dei medesimi. Otto piscine delle quindici sequestrate giovedì scorso, potrebbero riaprire al pubblico, ai corsi di nuoto per bambini, in quanto non si trovano su aree vincolate o a rischio, mentre le restanti totalmente private dovranno pagare oneri concessori più sanzioni, visto che sono prive di licenza edilizia e devono sanare. Esprimiamo a questo riguardo piena solidarietà ai titolari, ma soprattutto agli utenti degli impianti sportivi. In particolare sorprendono i limiti contestati alla Protezione Civile che non potrebbe, secondo la tesi sostenuta dai magistrati, derogare in via straordinaria, alla filiera istituzionale che ordinariamente autorizza la costruzione degli impianti. Se passasse questa interpretazione, ci chiediamo se non possano essere in dubbio anche gli interventi attuati in area archeologica, fatti in via straordinaria e in deroga all’iter ordinario, volti a tutelare il patrimonio culturale e storico della Capitale. Auspichiamo dunque, che dagli incontri tra assessorato all’Urbanistica, Gabinetto del sindaco e magistratura possa emergere una soluzione tecnica che permetta almeno l’apertura degli impianti pur rispettando il legittimo iter delle indagini.