Unico, immortale, inimitabile, sono soltanto alcuni degli aggettivi che possono descrivere il genio di Michelangelo Buonarroti, artista che orientò tutta la sua attività artistica verso un’incessante ricerca dell’ideale di bellezza. Il suo nome è essenzialmente legato ad una serie di opere uniche nella storia dell’arte, dalle sculture del David e della Pietà al ciclo di affreschi della Cappella Sistina, considerati tanto dai suoi contemporanei che da noi come irraggiungibili traguardi della creatività umana. Ma accanto alla scultura che fu la sua grande passione, e alla pittura a cui impresse lo stesso vigore plastico, è l’architettura la disciplina artistica che ci ha regalato l’impronta di un periodo storico come il Rinascimento. Roma ha da sempre un rapporto molto stretto con l’artista, motivo per cui non si poteva prescindere da un tributo doveroso al grande genio, di cui la mostra “Michelangelo architetto a Roma” ne è la sua espressione. Nata da un progetto scientifico di Casa Buonarroti, fortemente sostenuto dalla VI commissione consiliare permanente alla Cultura che presiedo, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche Culturali e la Sovraintendenza del Comune di Roma, la mostra inauguratasi ieri presso i Musei Capitolini, presenta più di cento opere grazie alle quali è possibile tracciare un profilo di Michelangelo architetto a Roma, attraverso i due principali momenti in cui l’artista visse nella città, tra il 1505 e il 1516 e dal 1534 fino alla morte avvenuta nel 1564, riferendo le molteplici e prestigiose committenze romane dell’artista, dagli anni della giovinezza alle straordinarie invenzioni della vecchiaia. L’esposizione che si configura come l’evento mediatico della prossima stagione, accompagnerà il pubblico alla scoperta di progetti architettonici straordinari, come quello di piazza del Campidoglio o della Fabbrica di San Pietro. Intensa anche l’attività didattica per le scuole, a cui si aggiunge un calendario di visite ai luoghi michelangioleschi romani, da piazza Farnese a Porta Pia.