Si è concluso con l’approvazione dell’ordine del giorno della maggioranza, la seduta del Consiglio comunale di ieri dedicata al commissariamento dell’area archeologica di Roma e di Ostia. Respinta invece la parte dell’ordine del giorno presentato dal Pd, che chiedeva di non prorogare il commissariamento. Come sottolineato dal sindaco Alemanno, il commissariamento predisposto dal ministro Bondi è un fatto positivo, perchè permette di tutelare, valorizzare e restaurare un’area per molto tempo abbandonata. Io voglio aggiungere che chi oggi specula sull’affaire Beni Culturali dimentica un particolare di non poco conto, cioè che sono stati soprattutto i governi di sinistra ad esternalizzare le funzioni. Se ciò non bastasse, le Soprintendenze di Roma e Ostia sono state accorpate nel pieno rispetto della legge che prevede la riduzione dei dirigenti del 10%, e a comprovare questo intento vi è il fatto che le competenze sono rimaste immutate, con un netto risparmio però sui costi di gestione. In più mi preme sottolineare a chi oggi si straccia le vesti, che il lamentato blocco del turn-over è stato predisposto dal governo Ciampi e mai più riconsiderato nel tempo. Contestare la riforma dei Beni Culturali appare dunque una forzaturta bella e buona e non vorremmo che arrivasse ai lavoratori del settore una dietrologia politica fatta di presunte trame politiche che non esistono. Vorrei ricordare inoltre, che non risulta che il precedente soprintendente di Ostia si sia confrontato con il Consiglio comunale, né abbia presentato un rendiconto di spesa e che infine, non ci risulta che l’attuale commissario sia d’area riconducibile al Governo. E questo è sicuramente garanzia di equilibrio.