Contro la privatizzazione e l’esternalizzazione della gestione dei beni culturali, sono scesi in piazza un centinaio di lavoratori del pubblico impiego aderenti al sindacato Rdb-Cub, una mobilitazione assolutamente strumentale e pretestuosa. Non vorremmo infatti che dietro la manifestazione contro la decisione del Ministero di accorpare le due sovrintendenze archeologiche di Roma e Ostia, si nascondesse la cattiva fede di qualcuno che vuole aizzare i lavoratori del settore agitando lo spettro di fantomatiche trame politiche, una dietrologia questa che davvero non ha luogo di essere, soprattutto in considerazione delle passate gestioni del settore. Chi specula sull’affaire beni culturali dimentica che sono stati soprattutto i governi di sinistra ad esternalizzare le funzioni. Non solo, infatti le Soprintendenze di Roma e Ostia sono state accorpate nel pieno rispetto della legge che prevede la riduzione dei dirigenti del dieci per cento. A riprova di questo infatti, è da notare come le competenze rimangano immutate risparmiando sui costi di gestione. Giova ricordare inoltre, che il lamentato blocco del turn-over è stato predisposto dal governo Ciampi e mai più riconsiderato nel tempo. Contestare la riforma dei Beni culturali appare dunque una forzatura, soprattutto perchè preclude un dialogo costruttivo e proficuo tra le parti per il bene dei lavoratori, che sembrano essere quasi utilizzati come pretesto per fare polemica. Una cosa davvero inaccettabile.