Quindicimila metri quadrati di shopping nel cuore del centro storico, un vero e proprio polo commerciale dedicato all’abbigliamento e alla moda. Con l’inizio del 2010 partiranno anche i lavori di ristrutturazione del palazzo di via del Tritone, dove traslocherà il grande magazzino La Rinascente, all’interno dell’ex Galleria Ina, tra il civico 58 e il civico 62. Il progetto preliminare, che deve essere ancora approvato in via definitiva e che quindi è suscettibile di modifiche, è stato presentato a fine luglio dalla proprietà alle associazioni dei commercianti del centro storico ed è stato inviato anche al presidente del Municipio I. Il trasloco della Rinascente da Largo Chigi costerà alla proprietà, tra restyling dell’edificio e oneri concessori, oltre venticinque milioni di euro, una cifra in cui rientreranno anche i due milioni di euro che saranno spesi per la riqualificazione di via del Tritone e via due Macelli, che saranno completamente risistemate a spese della proprietà della Rinascente. Ovviamente dietro un progetto faraonico come questo sono molte le perplessità che sorgono, come sottolineato dalla Uil, vedi il caso dei cinquecento posti di lavoro, per non parlare della tutela e del decoro del centro storico che vede sempre più la progressiva esplusione di botteghe artigiane per vederle sostituite da jeanserie e cineserie. Personalmente sono d’accordo con la Uil sul fatto che l’operazione Rinascente abbia una certa rilevanza soprattutto in questo periodo congiunturale di crisi, ma da presidente della commissione Cultura, ed essendo stato il primo esponente ad intervenire sul caso, chiedo e auspico dal Comune e dalla Regione la massima tutela del centro storico e del tessuto commerciale circostante, nel realizzare quella che si configura come una delle più grandi operazioni commerciali mai effettuata nel centro della Capitale. Esiste innanzitutto una prima preoccupazione, che risiede nel far prevalere l’interesse pubblico e la politica rispetto all’economia, affinché nessun grande gruppo industriale possa pensare che basti parlare con le tre o quattro persone responsabili delle procedure, che siano amministratori o tecnici non ha importanza, per poter realizzare un’operazione che è prima di tutto a loro beneficio. La seconda preoccupazione riguarda invece la tutela del circuito commerciale circostante, già in crisi strutturale, e che rischia di avere un colpo letale da una simile area di vendita. Chiederemo pertanto l’incontro del sindaco con le associazioni di categoria del commercio e i proponenti, al fine di avviare un confronto nel merito del piano commerciale dell’operazione. Infine ribadiamo la nostra vigilanza affinché il contenitore originario di Largo Chigi, nato col patrocinio di Gabriele D’Annunzio in una struttura liberty, non subisca alcuna modifica. Aspettiamo pertanto che l’acccordo di programma passi nell’unica aula che può decidere una simile operazione, che è ovviamente l’Aula Giulio Cesare.