Si torna a parlare del Parco del Colle Oppio. Apprendiamo per vie traverse e indirette che si sarebbe tenuta una conferenza dei servizi sul Parco del Colle Oppio, senza che l’assessorato alla Cultura e il delegato del sindaco per il Centro Storico siano stati minimamente coinvolti. Si tratterebbe del riassetto generale delle aree verdi collocate nella parte superiore di Colle Oppio, il cui disegno venne realizzato nel 1935 dall’architetto Antonio Munoz. Il progetto originato nell’ambito dell’azione commissariale per i Beni Archeologici e dalla Soprintendenza di Stato, prevederebbe l’abbattimento degli alberi e la loro sostituzione con strutture di ferro battuto ricoperte da vegetazione. L’intervente andrebbe a cancellare anche l’attuale viabilità interna del parco, che tradizionalmente lo collega alla città e lo rende parte integrante del territorio. Se questo progetto dovesse essere confermato, esprimiamo la nostra radicale contrarietà per due motivi che vado a spiegare. Il primo riguarda il metodo, in quanto nominare un commissario non può voler dire cancellare il ruolo del Comune di Roma, eludendo ogni confronto rispetto al destino di un parcho archeologico che è stato abbandonato nel degrado per decenni, proprio da chi ha applicato una visione eccessivamente vincolistica. Il secondo motivo riguarda nel merito lo stravolgimento del disegno stesso del parco, considerato dai tecnici e dagli esperti una delle più belle realizzazioni dell’architetto Munoz. Ho già dato indicazione agli uffici di riunire la commissione Cultura di cui sono presidente -che ha tra le sue competenze anche il rapporto con le Soprintendenze dei Beni Culturali e Archeologici- in cui convocherò tutte le istituzioni e gli uffici coinvolti, invitando anche il delegato al Centro Storico, e chiedendo l’esibizione del progetto, per proporne le modifiche e le tutele del caso.