Il gruppo del Pd ha presentato nei giorni scorsi, in concomitanza alla manifestazione indetta dagli operatori dello spettacolo contro i tagli al Fus, una mozione che impegna il sindaco a intervenire nei confronti delle Camere per il ripristino dei duecento milioni sotratti al mondo della cultura e dello spettacolo. Come presidente della commissione Cultura è un tema che seguo da vicino, ma personalmente non sottoscriverò la mozione del Pd perchè è un chiero atto strumentale per politicizzare il taglio del Fus, che seppur comprensibile da un punto di vista contabile, non lo è affatto da un punto di vista politico. Si tratta infatti, di un puro atto di tafazzismo politico, messo in atto dal ministro Tremonti, che stimo, conosco e reputo il migliore tra i ministri del comparto economico, ma che in questo caso ha sottovalutato strategicamente l’importanza di sostenere e non tagliare la filiera culturale proprio in un momento di crisi strutturale. Sarebbe auspicabile che si realizzasse, piuttosto qualche discutibile grande opera in meno per l’Expò di Milano. Tagliando il Fus non si difende, alla vigilia del 150° anniversario, la valorizzazione della cultura nazionale di Roma e dell’Italia nel mondo. Credo che il sindaco di Roma debba intervenire con decisione a difesa delle associazioni e istituzioni culturali, che saranno a rischio per i tagli del Fus. Sono certo che come in altri casi, il primo cittadino saprà incidere sul Governo e diventare il protagonista del salvataggio di centinaia di imprese culturali, che nella Capitale costituiscono un tessuto culturale vivo e vitale per l’immagine stessa di Roma, altrimenti il governo di centrodestra si sarà castrato da solo e questa volta non potrà dare la colpa ai comunisti.