Il suggestivo proscenio di Castel Sant’Angelo è stato teatro, domenica 28 giugno, di uno degli appuntamenti più belli che la Capitale potesse avere. In occasione della festività legata ai Santi patroni di Roma, Pietro e Paolo, i cittadini romani hanno potuto assistere allo spettacolo pirotecnico della “Girandola”, un caleidoscopio di luci e colori che affonda le sue radici nella storia dell’Urbe. Questa spettacolare cerimonia, tradizionale evento romano introdotto alla fine del Quattrocento per celebrare il pontificato di Sisto IV, è stata poi utilizzata per celebrare le principali festività dell’anno. Spiegare cosa fosse la Girandola e ciò che rappresentò per oltre trecento anni è difficile, così come sarebbe riduttivo definirlo un semplice fuoco d’artificio, perchè la Girandola era un evento che richiamava spettatori da tutta Europa, questo almeno fino al 1861, quando questo antico momento di festa fu dimenticato. Questo grandioso spettacolo pirotecnico era ottenuto grazie a enormi macchinari sistemati sulla sommità del castello, e al disegno delle macchine per le varie girandole si cimentarono i più grandi artisti delle epoche passate, da Michelangelo a Bernini, da Vanvitelli a Fuga. Questo magico ritorno, è stato promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali, dalla Commissione Cultura, dalla Sovraintendenza comunale e dal Ministero per i Beni Culturali, grazie all’organizzazione del Gruppo IX Invicta, che grazie ad approfondite e minuziose ricerche ha ricreato la magia dell’epoca. L’evento pirotecnico è stato introdotto dalla lettura di alcuni brani e poesie, partendo dalle “Memorie di Adriano” di Margherite Yourcenar con alcuni passaggi letti dal sovraintendente Umberto Broccoli per passare ad alcuni sonetti di Gioachino Belli recitati dall’attore Massimo Wertmuller, accompagnati al piano da Luca Bernardini. Come presidente della commissione Cultura posso affermare che questa edizione della Girandola, che ha avuto più di quarantamila spettatori tra romani e turisti, nasce dalla passione e dalla volontà di restituire a Roma le sue tradizioni popolari, vedi il Carnevale, il Natale di Roma e la festa di San Giovanni, riscoperte e reinterpretate con nuovi indirizzi culturali. La Girandola segna anche un simbolico avvio dell’Estate romana, dove l’intenzione è quella di unire tradizione e contemporaneità, per dimostrare che ai romani piace celebrare la propria storia.