Giggi Zanazzo (1860-1911), studioso delle tradizioni popolari romane e poeta egli stesso in romanesco, considerato insieme a Franceso Sabatini il padre fondatore della romanistica, torna all’attenzione del grande pubblico in occasione della nascita del “Comitato per Giggi Zanazzo”. Dimenticato per decenni, come spesso accade a molti grandi artisti, Zanazzo fu un grande poeta corale alla cui scuola mossero i primi passi i più bei nomi della poesia dialettale, tra cui anche il ben noto Trilussa. Ieri finalmente, dopo anni di incuria, è stata restaurata la lapide commemorativa in onore del poeta, affissa in via dei Delfini nel rione Campitelli, in corrispondenza della sua casa natale. La Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma si è interessata del restauro della lapide, realizzata nel 1929 dallo scultore Amleto Cataldi, dove al centro vi è il ritratto in bronzo del poeta posto tra due putti. In vista dell’organizzazione nel 2011 dei lavori per la commemorazione del centenario della morte di Zanazzo, il Comune di Roma ha istituito un comitato in suo onore -che avrà sede presso la commissione Cultura che presiedo- composto dal sottoscritto, da Maria Pia Partisani, da Aurelio Severini e da Livia Ventimiglia. Ci tengo a sottolineare che con la nascita del “Comitato Giggi Zanazzo”, Roma ritrova un poeta che definire minore è un errore, e che valorizzeremo facendolo conoscere alle scuole e ai cittadini. La romanità per troppi anni trascurata dalle precedenti giunte, tornerà ad essere una cultura alta e non più solo folklore.