Le polemiche sul Teatro dell’Opera non sono finite. L’ultima in ordine di tempo è quella di Giulia Rodano, assessore alla Cultura della Regione Lazio, che non perde mai occasione per fare dichiarazioni strumentali. Personalmente, pur auspicando un clima di collaborazione tra Comune, Provincia e Regione per la difesa e il rilancio del Teatro dell’Opera di Roma, non vorrei che fossimo di fronte ad una replica delle contrapposizioni già viste proprio tra Comune e Regione in merito al Teatro dell’Opera. L’assessore Rodano, di cui rispettiamo ovviamente la libertà di sostenere qualsiasi tesi, continua però a difendere una programmazione artistica che presenta due deficit evidenti: il primo riguarda il cartellone artistico troppo sperimentale e di nicchia per un teatro che dovrebbe essere il simbolo della scena cittadina; il secondo è quello di aver creato dei circuiti impermeabili che non dialogano col territorio e non hanno dato spazio a nuovi talenti e compagnie non allineate con la precedente amministrazione. Auspico perciò una direzione artistica di grande prestigio nazionale, che sia in grado di presentare un cartellone che attragga un pubblico generalista e familiare, valorizzando con un giusto equilibrio, il teatro contemporaneo e i grandi classici, dando un imprinting artistico capace di creare contaminazioni di pubblico, portando magari gli spettatori delle fiction a teatro.