Non posso che sostenere la scelta del ministro Bondi di nominare il sindaco Alemanno commissario per il Teatro dell’opera. Dopo numerosi consigli di amministrazione e la riunione di stamattina presso il Ministero, durante i quali e’ emersa un’inequivocabile situazione debitoria, l’unica strada obbligata rimasta era il commissariamento. Il fatto che sia stato scelto il sindaco come commissario e’ garanzia di inequivocabile volonta’ di rilancio del teatro, e non di dismissione, come affermato dallo stesso Alemanno, che ha fortemente dichiarato di non volere compiere tagli alla stagione in corso e, anzi, di voler rappresentare anche a livello nazionale la difesa delle eccellenze e dei lavoratori del teatro.
Sono sicuro che il sindaco sapra’ affiancarsi di persone di qualita’, oneste e capaci, che l’aiuteranno nell’azione di risanamento di bilancio e rilancio del Teatro dell’opera. Al di la’ dei grandi nomi, che sono certo importanti per riaffermare il teatro rispetto agli altri, c’e’ infatti urgente necessita’ che a livello artistico ci sia un potente vento di rinnovamento che scardini vecchie logiche e clientele artistiche. Lancio, infine, un appello ai sindacati perche’ compirebbero un errore fatale per la difesa dei lavoratori se proprio ora, invece di contribuire all’operazione di rilancio, persistessero in un’ inspiegabile difesa della precedente gestione. Ma sono certo che il buon senso e l’amore per il teatro prevarranno.
L’unica cosa davvero singolare, comunque, consiste nel fatto che Giulia Rodano continui pervicacemente a difendere non tanto il Teatro dell’Opera e il suo necessario rilancio, quanto una persona fisica nella sua direzione artistica. La stessa direzione, maturata sotto la precedente Giunta Veltroni, che ha espresso linee di indirizzo e contenuti artistici che noi, da appassionati conoscitori ed ex lavoratori dell’Opera, ci sentiamo di criticare radicalmente.
Con L’Aida di Wilson, il Teatro dell’Opera di Roma si e’ coperta di ridicolo, andando a comprare un’opera sperimentale da un regista texano gia’ vista in Europa 20 anni fa, invece di andare a vendere al mondo, in particolare al mercato orientale, le messe in scena classiche, come l’Aida di Verdi, che avrebbe fatto incassare soldi veri al teatro
Per quanto riguarda Muti e’ bene ricordare che l’ospitalita’ offerta al grande direttore d’orchestra e’ precedente la nomina di Nicola Sani. Mi sorprende, pertanto, l’eccesso di difesa personale che l’assessore Rodano gli tributa, nemmeno fosse stato un suo compagno di scuola. Ma, certamente, non sarà così.
Per il resto che dire. In ambito culturale è il primo segnale di una discontinuità vera. L’Opera cambia. Ora, però, nessun dorma.
Nella foto: il sottoscritto, primo da sinistra, quando lavorava come figurante all’Opera.