E’ davvero singolare che ancora una volta l’assessore Rodano non intervenga per proporre un suo modello culturale di rilancio dell’ Opera nel suo complesso, dicendoci, dopo che la gestione di centrosinistra ha provocato il deficit, come intende ripianarlo e rilanciare l’Opera lirica di Roma che è ridotta al lumicino, ma si esprima soltanto in maniera greve e inspiegabile per difendere l’ex direttore artistico Nicola Sani attaccando l’eccellente scelta del sindaco Alemanno che ha nominato il Maestro Nicola Colabianchi consulente artistico del commissario.
Una direzione artistica quella di Sani che ha suggellato il suo fallimento proponendo una messa in scena dell’Aida di Wilson bocciata dagli esperti non condizionati politicamente. Non spetta certo a noi – aggiunge – difendere Nicola Colabianchi, ma tutti coloro che conoscono il Teatro dell’Opera, per la lirica e non soltanto per le retribuzioni che le cariche professionali del contesto garantiscono, sanno che si tratta, innanzitutto, di un bravo musicista, direttore d’orchestra e che per 8 anni ha ricoperto il ruolo di consigliere di amministrazione.
Requisiti, insomma, che gli permetterebbero non solo di fare il consulente artistico pro tempore, come accaduto a molti altri colleghi con meno anno di Cda in enti lirici di altre città, ma addirittura di poter aspirare alla carica di sovrintendente. Evidentemente alla Rodano hanno omesso di suggerire che fu proprio Ernani, con Rutelli sindaco, a nominarlo consulente artistico per la programmazione decentrata tra il 1998 e il 2002. Rivolgiamo, infine, a Nicola Colabianchi i nostri migliori auguri per l’incarico a lui affidato, sicuri che farà un ottimo lavoro e, soprattutto, salverà la stagione.
Ps per Luca del Fra dell’Unità: comprendiamo che Nicola Sani è un collaboratore del foglio gramsciano, ma deontologia professionale vorrebbe che prima di scrivere di qualcuno ci si documentasse. Colabianchi, ripetiamo, è stato 8 anni consigliere d’amministrazione all’Opera oltre ad essere un VERO musicista e direttore d’orchestra. Vergogna.