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Dopo l’antica libreria antiquaria Cascianelli e la Clinica delle Bambole è il turno della storica camiceria Bazzocchi in via del Tritone. Anche per questa bottega storica infatti si paventa la chiusura definitiva. Da anni mi batto per la tutela e la salvaguardia delle botteghe artigianali del centro storico, ed ora che rivesto la carica di presidente della commissione Cultura in Campidoglio, questa battaglia diventa ancora più impellente. Ieri l’ufficiale giudiziario era pronto sulla porta, ma sono riuscito anche con l’aiuto del presidente dell’associazione negozi storici, Stefano Biagini, a scongiurare la chiusura, almeno fino al 2 aprile quando ci sarà l’incontro forse decisivo per salvare questo locale. Dalle camice ai gioielli di Bulgari, questo potrebbe essere il futuro dell’antica camiceria. Una soluzione per la camiceria potrebbe essere quella di diventare uno show room di Bulgari e di brandizzare il negozio, mantenendo però lo stile della famiglia Bazzocchi. Bulgari potrebbe adottare questa bottega storica per esporre i suoi prodotti rilanciando così l’attività della camiceria con un ritorno d’immagine positivo della proprietà che sostiene un patrimonio storico. Questa bottega è stata aperta nel 1908, col gusto di offrire accessori di classe ad una clientela che cercava eleganza, e l’attività di famiglia è andata avanti per tre generazioni, attraversando le mode e il boom del consumismo, dispiace quindi che dopo ben centouno anni, questa bottega rischi di chiudere sotto l’ingiunzione di sfratto esecutivo, avviato dal proprietario dell’intero immo0bile, la Pirelli Real Estate, per finita locazione. Ieri stesso ho presentato il caso al sindaco e al capo di gabinetto per cercare di salvare questo patrimonio etnoantropologico di Roma, con una soluzione di sintesi tra le due esigenze e trovare quindi una strada alternativa. In ultimo, in merito alla dichiarazione del direttore del CNA, contrario alla mia proposta sull’ipotesi da parte di Bulgari di adottare la camiceria Bazzocchi, voglio precisare che a fare da mediatore intervenendo a sostegno delle botteghe storiche sarebbe il Comune di Roma, e che il rapporto tra la grande distribuzione e il circuito delle botteghe storiche avverrebbe attraverso una convenzione con dei fondi messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, per assolvere le graduatorie rimaste senza finanziamenti negli anni delle passate amministrazioni. Sarebbe questo un modello di sussidiarietà che permetterebbe al Comune di avere risorse da assegnare, in maniera trasparente,  a sostegno di quei locali che non hanno la possibilità di reggere il mercato degli affitti in centro, e in cambio le botteghe storiche potrebbero costituire un formidabile circuito pubblicitario attraverso le vetrine e gli spazi interni. Questo, voglio ribadirlo, sarebbe un progetto pilota valido per tutte le grandi città, dove il commercio tradizionale sta sparendo.

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Salvaguardiamo le botteghe storiche di Roma

Category: Notizie
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