Siamo finalmente giunti alla svolta decisiva al rione Esquilino. Come vi avevo comunicato nei giorni scorsi da queste stesse pagine, la Giunta capitolina aveva approvato la delibera inerente la tutela e la riqualificazione del commercio nel rione Esquilino, e finalmente ieri è arrivata anche l’approvazione del Consiglio comunale. Addio a Chinatown e più spazio al made in Italy. Divieto di apertura a nuove attività di vendita e produzione di abbigliamento, pelletteria, bigiotteria, niente vendita all’ingrosso e forti limiti a nuovi negozi di souvenir. La “rivoluzione” per il quartiere è iniziata ieri nell’aula Giulio Cesare, con 35 sì e 4 astenuti. Il nuovo piano di interventi per il rione capitolino, impegna inoltre ad individuare strumenti idonei di valorizzazione e sostegno delle attività commerciali e artigianali tradizionali. Inoltre le nuove regole a differenza del passato, quando il piano di tutela del commercio all’Esquilino scadeva ogni due anni, non hanno più un limite temporale e per la deroga all’apertura di attività comprese nell’elenco di quelle vietate o limitate, verrà costituita una commissione in capo all’assessorato al Commercio. Un piano di riqualificazione con confini ben precisi che vanno da via Labicana a viale del Monte Oppio, da via del Viminale a via Merulana, un quadrilatero che abbraccia buona parte del rione Monti e che ingloba parte del quartiere di Castro Pretorio. Finalmente una battaglia storica della destra, iniziata con Rampelli e Marsilio, che ho continuato a portare avanti insieme anche al collega municipale Tozzi, trova oggi la sua soluzione finale.