Le foibe sono un pezzo di storia dimenticata da sessant’anni, da chi ha sempre saputo ma ha preferito tacere. Eppure i massacri perpetrati a danno degli italiani non si possono nascondere, per la ferocia con cui sono stati portati avanti dai partigiani jugoslavi. Nel dopoguerra non sono mai state effettuate delle stime scientifiche attendibili sul numero delle vittime italiane, e studi rigorosi sono stati effettuati soltanto a partire degli anni ’90, con il crollo del comunismo in Europa. L’oblio era la cosa più comoda da parte dei governi da portare avanti, e soltanto la memoria degli esuli ha perpetrato il ricordo degli avvenimenti storici, che ha permesso all’opinione pubblica di far luce finalmente su quanto accaduto. Ne è un esempio l’esposizione “Foibe: dalla tragedia all’esodo” in mostra al Vittoriano, che ho avuto il piacere di presentare alla stampa come presidente della commissione Cultura insieme al presidente del gruppo Pdl in Senato Maurizio Gasparri e al sottosegretario al ministero Ambiente Roberto Menia, fautore anche della legge che ha istituito la “giornata del ricordo” in onore dei martiri delle foibe e degli esuli di Istria, Dalmazia e Venezia-Giulia. Un percorso espositivo composto da una rassegna fotografica, da spazi multimediali con interviste video a storici e sopravvissuti, oltre a due documentari storici che saranno proiettati nella sala cinema. Tutto questo per porre fine a sessant’anni di silenzi.